LA CHIESA PARROCCHIALE DI SAN MARTINO A SALIZZOLE
Il più antico documento che faccia menzione della presenza di una chiesa a Salizzole è il diploma di Corrado III, imperatore e re di Germania, del 1144. L'imperatore conferma l'appartenenza dell'abbazia di Nonantola della pieve di Nogara e di alcune cappelle ad essa soggette, tra le quali vi è quella di Salizzole.
L'appartenenza della cappella di Salizzole al monastero di Nonantola fu di breve durata perché la bolla di papa Eugenio III del 17 maggio 1145 la indicava tra le chiese dipendenti ecclesiasticamente dal vescovo di Verona.
Con la seconda bolla di Eugenio III, emanata nel 1146, si precisava che l'elezione del clero della pieve di Nogara spettava al vescovo di Verona e, conseguentemente, anche la nomina del cappellano per le cappelle soggette.
La chiesa di Salizzole rimase, probabilmente, una cappella soggetta alla pieve di Nogara per tutto il Duecento e il Trecento.
Nel XIV il distretto di Salizzole era incluso nei possedimenti della Fattoria Scaligera e Guglielmo della Scala, venendo a morte ancora giovane, dispose l'erezione di un altare che volle fosse quotidianamente onorato con sante messe.
L'altare venne demolito e successivamente la colonna fu utilizzata per sostenere il portico dell'atrio di un'entrata laterale della chiesa.
Fu con l'avvento dei Capella alla signoria di Salizzole nel 1407 che il destino della nostra chiesa cambiò radicalmente.
In quegli anni la chiesa di Salizzole era stata elevata alla dignità di pieve e, probabilmente, anche la dedicazione a San Martino di Tours è di quel periodo, poiché la fama di santità di San Martino, vescovo del IV secolo, si diffuse nel Quattrocento.
Una delle funzioni principali, e senz'altro la più esclusiva che svolgeva una pieve, era quella di somministrare il Sacramento del battesimo. Ed ecco che Nicolò Capella, feudatario di Salizzole, nel 1430 donò alla nuova pieve il bellissimo fonte battesimale in marmo rosso di Verona di forma ottagonale.
Le nuove attività ecumeniche e l'incremento demografico di quegli anni resero necessario un ampliamento della chiesa che venne radicalmente ricostruita come constatò il vescovo Ermolao Barbaro nella visita pastorale del 1454.
In quell'anno la chiesa di S. Martino non solo era pieve, ma era anche retta da un arciprete, Joanes de Pagetis de Parma, che amministrava due cappelle satelliti, ossia S. Maria di Engazzà e S. Caterina di Visegna. La chiesa e l'altare maggiore vennero consacrati il 4 aprile 1517.
Nel 1526 fu ordinato all'arciprete Jacobus de Pulcenico di ricostruire la canonica distrutta da un incendio: era allora presente nella chiesa la confraternita della Vergine Maria.
Il vescovo G.M. Giberti nel 1532 prendeva atto che gli abitanti di Salizzole erano circa 600, dei quali 400 si accostavano alla comunione. Egli ordinò, tra l'altro, di rifare il pavimento della chiesa e di aprire una finestra sul campanile.
Il campanile, che era stato costruito nella prima metà del Quattrocento con la chiesa, ebbe bisogno di altri interventi nel 1541; in quell'occasione furono rifatti i solai. Durante la visita di quell'anno il canonico Alessandro Morando annotò che nella chiesa di San Martino, oltre alla confraternita della B. Vergine Maria, era attiva anche quella del Corpo di Cristo.
Con la visita del vescovo Sebastiano Pisani II del 1697 siamo in grado di sapere che cinquant'anni dopo la peste del 1630, il numero degli abitanti di Salizzole era risalito a 700 unità, dei quali 400 si comunicavano.
La chiesa, ad un'unica navata, era allora dotata di cinque altari:
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l'altare maggiore, al cuni mantenimento provvedeva l'arciprete Francesco Nadini
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l'altare di S. Antonio, che apparteneva alla famiglia Cosmi Capella,
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l'altare del Corpo di Cristo, mantenuto dalla confraternita del Corpus Domini,
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l'altare di S. Giuseppe
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l'altare dela B.Vergine del Rosario di pertinenza dell'omonima compagnia
Dal testo della visita pastorale eseguita dal vescovo Giuseppe Grasser nel 1837 si evince che nel 1684 Camillo Mona acquisì lo jure patronatu dell'altare di S. Giuseppe, che la famiglia Cosmi Capella nel 1711 fece erigere il nuovo altare dedicato a S. Eurosia in sostituzione di quello del Corpus Domini, che in quell'anno l'altare di S. Antonio apparteneva alle famiglia Sagramoso, Gualdo e Schizzi, eredi Capella, e che l'altare della B.V.M. del Rosario, già dell'omonima confraternita, era mantenuto dalla famiglia Codognola. La comunità di Salizzole contava allora 1500 abitanti.
Nel 1758 venne eretto il nuovo altare maggiore, come risulta da una iscrizione posta sul retro. Don Angelo Giacomelli, nominato parroco di Salizzole nel 1840, si rese immediatamente conto che la chiesa non era più adeguata alle esigenze ecumeniche della parrocchia che ormai contava 1564 anime, delle quali 1160 si comunicavano con regolarità, e prese la decisione di ristrutturare la chiesa per aumentarne la capienza.
I lavori iniziarono il 24 agosto 1843 con la preparazione del cantiere e l'acquisto dei materiali; nel 1847 venne eretto il castello per ospitare il nuovo concerto di cinque campane fuse da Giovanni Cavadini.
Il 1856 fu l'anno in cui si realizzarono i lavori strutturali più importanti, ossia l'allungamento della chiesa dal lato dell'abside.
L'anno seguente di procedette all'apertura di dieci nuovi finestroni e alla paviemntazione del coro e del presbiterio. Entro il 1862 si portò a termine la costruzione del controsoffitto e la stesura degli intonaci. Nel 1872 furono acquistati il nuovo organo con la cantoria e la Via Crucis. Fu l'ultimo atto compiuto da don Giacomelli che morì l'11 ottobre 1885.
Il suo successore, don Angelo Merici, continuò l'opera provvedendo all'acquisizione degli arredi al “Restaturo alla facciata della chiesa” nel 1895 e alla riparazione dei coperti delle cappelle nel 1899.
L'intervento ottocentesco appena illustrato riguardò la parte posteriore della chiesa, mentre la facciata classicheggiante scandita da quattro lesene con capitelli ionici e conclusa da un frontone triangolare, risale ad un intervento della metà del Settecento e, probabilmente, anche l'apertura delle cappelle laterali e l'erezione della cella campanaria risalgono allo stesso periodo.
I due terzi inferiori del campanile che recano tracce di alcune finestrelle con archivolto a tutto sesto ed altre strombate, sono ascrivibili alla primitiva costruzione quattrocentesca.
ELENCO DEI PARROCI DI SAN MARTINO DI SALIZZOLE:
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1554-1595 Cavedali don Paolo
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1595-1605 Gamba don Leonardo
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1606-1610 Bancario don Bernardino
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1610-1630 Melchiori don Giò Andrea
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1630-1660 Stanghelini don Giacomo
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1660-1675 Carotto don Francesco
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1675-1689 Nadini don Francesco
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1689-1699 Zoppi don Giacomo
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1699-1700 Negri don Carlo
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1700-1736 Anderlucci don Francesco
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1736-1754 Montagna don Carlo Maria
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1754-1784 Migliori don Giò Andrea
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1784-1813 Marangoni don Valentino
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1813-1816 Lorenzoni don Giobatta
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1816-1834 Pallavicini don Carlo
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1834-1840 Andreis don Andrea
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1840-1885 Giacomelli don Angelo
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1885-1899 Merici don Angelo
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1899-1941 Chieregato don Angelo
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1941-1975 Righetti don Angelo
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1975-1982 Martinelli don Graziello
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1982-1995 Formigari don Sergio
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1995-2013 Tomanin don Elio
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2013- Pedretti don Luca e Lucchi don Massimiliano
FONTI: SALIZZOLE – Storia, cultura e morfologia del territorio – Remo Scola Gagliardi – anno 1998